30 maggio 1999. Il professore ci ha riempito di compiti a casa. Sono nel salotto della casa dei miei nonni con la buon’anima del nonno Dario; la nonna è uscita per delle compere e il nonno ne approfitta per godersi il Giro d’Italia, mentre io svolgo pazientemente il lavoro assegnatomi.
A un certo punto il nonno mormora: “Non posso crederci.”
Alzo lo sguardo sul televisore. Si corre la Racconigi-Oropa, quindicesima tappa del Giro. Proprio all’inizio della salita lo specialista Marco Pantani, fresco di Maglia Rosa, ha un problema con la bicicletta. È saltata la catena e ci vogliono quaranta preziosissimi secondi per rimetterlo in sella.
Mi allontano momentaneamente dal quaderno. La Mercatone Uno si stringe attorno al suo capitano e inizia a tirare. Pantani fatica a riprendere il ritmo, ma i suoi gregari ce la mettono tutta e riescono a fargli recuperare un po’ di terreno. A quel punto il Pirata riacquista fiducia e accelera.
Superato il gruppo degli inseguitori, la fiducia si tramuta in una furia esplosiva. Marco si alza dalla sella e mette le ali ai piedi, lasciandosi alle spalle uno dopo l’altro tutti i pretendenti al titolo. La bandana vola via da qualche parte, i tifosi a bordo strada fanno partire cori da stadio, Pantani supera il traguardo con diversi secondi di anticipo sugli avversari e la sua vittoria consegna la tappa alla storia del ciclismo. Preso dall’eccitazione, mi dimentico completamente dei compiti e seguo tutte le interviste e gli highlights del dopogara assieme al nonno.
Il mattino seguente, scopriamo che più di metà della classe ha lasciato perdere i compiti per fare il tifo per Marco.
Al suo ingresso in aula, il professore chiede subito di vedere i risultati, ma un mio compagno se ne esce con: “Scusi, ma lei l’ha visto Pantani?”
Il suo volto si illumina di un sorriso entusiasta, e trascorriamo tutta l’ora a parlare di ciclismo. Così anche il professore si dimentica dei compiti, per cantare le lodi dell’impresa del Pirata.
Grazie Marco, per tutte le emozioni che hai saputo regalarci. E grazie anche per avermi risparmiato un brutto voto in pagella.
Non ho più guardato una sola gara di ciclismo dopo di te.
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